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Simone Diamantini

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Chi fa da sé fa per tre. Non sempre, o comunque non quando si tratta di allenamento. Poter contare su uno staff tecnico per il triatleta (anche Age Group) è un valore aggiunto. Vi spiego il perché.

Ho sempre pensato che l’allenatore sia un “indipendente”, un “solitario”, prima negli studi, poi nello svolgimento della sua professione. Da quando però ho iniziato a lavorare in team, mi sono accorto di quanto sia importante “condividere”. Il valore aggiunto più immediato? Dal momento che nessuno di noi è onnisciente, qualcun altro può arrivare dove non arriviamo noi.

La base sulla quale costruire un progetto di team è sicuramente quella della scelta delle persone: che siano collaboratori, soci o colleghi, è molto importante che tutti loro siano a pari livello e che abbiano opinioni differenti dalle nostre. Soltanto così si potrà generare ricchezza.

IL COVID-19 E L’IMPORTANZA DEL TEAM TECNICO

Nelle ultime settimane ho dovuto rimanere a casa, in isolamento, perché positivo al COVID-19. Proprio questo periodo mi ha ulteriormente dimostrato il valore del “gruppo di lavoro”. Un gruppo che nel mio caso è composto da quattro-cinque persone, su tutte Fabio Vedana (a un certo punto costretto anche lui ai box dal coronavirus), Marco Sias, Dario Picco e Luca Sacchi. Senza di loro che si sono resi disponibili a “fare gli straordinari” in un momento di grande difficoltà, in cui gli orizzonti agonistici sono ancora troppo lontani e opachi, la DDS sta cambiando veste rinnovando e rifondando il suo progetto con ambizioni diverse, in cui si respira troppa instabilità in un settore tecnico FITRI il cui unico obiettivo rimane l’Olimpiade, confinando nella terra di nessuno gli altri atleti, avrebbe potuto crollare tutto e il gruppo degli atleti elite che seguiamo come team (DDS -7MP Triathlon Team) e come centro di allenamento (7MP Squad) si sarebbe sfaldato.

Proprio grazie al team tecnico ho potuto vivere io (ma anche gli atleti) queste ultime settimane in completa tranquillità e con un vision differente, visto che mi è stato possibile appoggiarmi su altri.

IL POTERE (E L’ENERGIA) DEL GRUPPO

Per lavorare in gruppo è necessario far leva su un’energia diversa, l’energia della condivisione, che non sempre mi è stata donata. In passato ho incontrato alcuni colleghi del mondo del triathlon pronti a scommettere che il nostro gruppo fosse destinato a esplodere. Sicuramente in alcuni momenti abbiamo fatto fatica, perché le opinioni divergenti generano discussione, ma proprio queste discussioni hanno creato ricchezza. Chi mi conosce sa che non amo le persone che mi dicono quello che voglio sentirmi dire, ma quelle che mi dicono e mi fanno notare i miei errori e i miei difetti sul… campo. Soltanto così è possibile migliorarsi, sia accorgendosi che quanto ti è stato detto corrisponde a verità, sia rimanendo sicuri, dopo averci ragionato sopra, di quanto fatto.

Come ne esco quindi da questo periodo? Sicuramente rafforzato, per il fatto che non mi sento un “uomo solo al comando”, bensì parte di un gruppo al comando di un team di atleti responsabili che hanno fatto un salto di qualità “grazie” a quei momenti nei quali è stato necessario avere ancora di più la testa sulle spalle.
Diventa quindi sempre più evidente come l’atleta debba imparare a essere responsabile del proprio processo di allenamento condividendolo poi con la struttura tecnica e come in uno sport individuale come il triathlon, soprattutto in momenti come questi il gruppo faccia la differenza.

LO STAFF TECNICO PER IL TRIATLETA AGE GROUP

Lavorare con uno staff tecnico non è esclusiva del triatleta elite, o meglio non dovrebbe esserlo. Ne sono sempre stato convinto ed è per questo che con Fabio Vedana abbiamo aperto Best Performance Team, società di consulenza sportiva che mette a disposizione dell’atleta Age Group il team che allena i professionisti. Perché nessuno rimanga mai solo.

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