Il triathlon è lo sport individuale per eccellenza eppure avere una propria “crew” con cui allenarsi porta (quasi) soltanto benefici. A meno che…
“Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile”.
Un argomento molto attuale è se il gruppo faccia o meno la differenza. In uno sport come il triathlon, individuale per eccellenza, la domanda è ancora più centrale: la crew può essere utile?
Allenarsi in un gruppo porta a sensibili implicazioni sia per l’atleta evoluto, che cerca nel gruppo la possibilità di aumentare le sue capacità prestative, sia per l’amatore, che ne cerca l’aggregazione, sia per il giovane, che spesso vede nel gruppo la parte ludica o motivazionale per allenarsi.
A mio parere il gruppo corretto è quello che crea, con un gioco di parole, “la differenza che fa la differenza”. Quindi possiamo avere diverse forme di gruppo, ma con tutte l’accezione è (quasi) sempre positiva.
IL GRUPPO PER GLI ELITE
Sia che si parli di distanza olimpica sia di quella Ironman avere una squadra o uno squad è molto utile per aumentare le proprie performance. Ovviamente bisogna poter contare su un tecnico di cui fidarsi e a cui affidarsi perdendo o lasciando parte del proprio “IO” per mettersi al servizio del gruppo che a sua volta, nel tempo, ripagherà con gli interessi.
Anche e soprattutto per gli Ironman, dove la solitudine in gara la fa da padrona, è molto utile avere un gruppo con cui fare parte del training. Aiuta a mantenere il focus corretto e una distribuzione adeguata del programma, spesso senza esagerare.
IL GRUPPO PER GLI AGE GROUP
Quando si decide di mettersi in forma, uno degli ostacoli più grandi non è completare i work-out ma iniziare a svolgerli. Un conto è dire che si rispetterà il proprio programma di allenamento, un altro è farlo davvero. Ecco perché è fondamentale essere responsabili, e per riuscirci non c’è miglior modo che fare squadra con altri atleti e con uno staff tecnico.
Quando sai che ci sono persone che ti aspettano per iniziare l’allenamento, se non ti presenti all’appuntamento, non solo fai una brutta figura, ma perdi anche credibilità. Avere compagni di allenamento affidabili ti aiuterà a consolidare la tua capacità di rispettare in modo serio il tuo piano di allenamento e senza dubbio a raggiungere più velocemente gli obiettivi che ti sei posto (lo stesso vale anche per chi si allena con te ovviamente). Sarai più motivato.
IL GRUPPO PER I GIOVANI
Pensare di allenare, come tecnico, un giovane triatleta senza avere un gruppo di ragazzi è cosa molto difficile. L’atleta, e il giovane in particolar modo, ha necessità del confronto, del supporto, della socialità, ma anche dell’aspetto puramente tecnico che il gruppo genera.
È ovvio che in questo contesto il coach ha bisogno di declinare un linguaggio, un piano di allenamento e una strategia adeguata all’età del suo gruppo. La figura di guida non può essere solo un allenatore, ma deve sapere essere anche un “educatore”.
LA PSICOLOGIA DEL GRUPPO
Spesso, in alcune fasi della stagione si tende a fare i conti con la scarsa motivazione. Ci sono molti modi per rimanere motivati e il più efficace di tutti è senza dubbio allenarsi con altre persone e poter contare sulla motivazione che dà il gruppo.
Quando ci si allena con gli altri, non solo ci si sostiene a vicenda, a volte senza bisogno di parlare, ma si creano anche i presupposti per un pizzico di sana competizione, che spesso è proprio la spinta che serve per non mollare. Se ti mancano le forze e senti di non poter andare avanti, c’è sempre qualcuno del gruppo disposto a dimostrarti il contrario. Ti aiuterà ad andare avanti quando vuoi lasciar perdere e a ritrovare la motivazione per continuare.
FA PARTE DELL’ESSERE UMANO
L’uomo è un animale sociale. Per natura gli esseri umani desiderano trascorrere del tempo con altre persone. E non c’è niente che unisce come la fatica, le difficoltà e il successo. Entrare a far parte di un gruppo di allenamento non solo dà la possibilità di mettersi in forma, ma anche di creare legami con persone che provano le nostre stesse sensazioni, vivono gli stessi successi, e a volte i nostri insuccessi, e hanno un obiettivo molto simile.
Condividere queste esperienze con gli altri rende tutto più bello. Il sostegno che ricevi da chi ti sprona a fare l’ultima ripetizione più veloce possibile è ciò che più di tutto ti dà la determinazione per andare avanti. E il fatto di aiutare gli altri a tua volta ti regala un senso di soddisfazione, ti fa sentire parte di un gruppo. Quando si realizzerà tutto questo, allenarti diventerà qualcosa che non vedrai l’ora di fare, che ti piacerà davvero.
IL GRUPPO PUO’ ESSERE NEGATIVO?
Ovviamente sì, cioè può essere il generatore di molte situazioni di frustrazione ma spesso, prima di giudicare il gruppo, chiediamoci realmente quanto noi siamo responsabili di questa percezione.
Il gruppo, davanti ad altre questioni personali irrisolte, è il reale collettore di tutte le colpe. Chiediamoci, prima di mettere in discussione tutto il sistema “gruppo”, cosa volevamo dallo stesso e invece cosa abbiamo ottenuto, ma soprattutto cosa noi abbiamo “realmente” dato.
Credo che rispondendo a queste semplici domande molte persone smetterebbero di continuare a cambiare gruppo perché non adeguato alle loro aspettative, motivazioni, sensibilità ecc.
Questo è solo un alibi che nasconde il fatto che spesso per poter avere un aiuto dal gruppo bisogna necessariamente lavorare su noi stessi e non tutti sono disposti a farlo. Molte persone ritengono che nell’allenarsi in gruppo venga coinvolta solamente la loro parte fisica, mentre il primo compagno o avversario da coinvolgere siamo certamente NOI.